Quattro chiacchiere con Marco Corradini e Andrea Castaldi

Nelle ultime due settimane abbiamo passato sotto la lente di ingrandimento ESORDIENTI A e B e per il consueto approfondimento nel mondo amaranto proseguiamo il focus sui gruppi della Scuola Calcio. In particolare stavolta ci concentriamo sui bambini del 2012 della categoria PULCINI II° ANNO, facendo quattro chiacchiere con gli istruttori MARCO CORRADINI e ANDREA CASTALDI.

Qual è la soddisfazione più grande che ti ha regalato questo gruppo?

“Senza ombra di dubbio sono molte le soddisfazioni che bambini di 11 anni possono regalare, semplicemente praticando lo sport che preferiscono: sono un concentrato di energia, passione ed innocenza, che lascia segni indelebili sulla pelle di noi istruttori, quasi quotidianamente. Se proprio dobbiamo scegliere, sono due gli aspetti che durante la stagione (e se vogliamo allargare temporalmente un po’ ai 3 anni vissuti insieme a questa annata) ci hanno reso molto orgogliosi. Il primo è proprio dal punto di vista umano e di attaccamento, nonché di passione. Abbiamo a che fare per due/tre volte la settimana con ben 39 bambini. E vedere che a tutti gli allenamenti tutti i bambini sono sempre presenti (salute permettendo), partecipi, con un sorriso a 32 denti, non può che riempirci il cuore di gioia. Sinonimo di un buon lavoro di coinvolgimento che noi istruttori abbiamo svolto. Ma che allo stesso tempo riempie i nostri cuori e ci stimola a fare sempre meglio, sia tecnicamente, che nell’accompagnare i cuccioli nel percorso da giovani calciatori a calciatori, nonché in quello da bambini fino a diventare uomini.

L’altra grande soddisfazione invece legata all’aspetto prettamente calcistico. Gli scorsi dicembre e gennaio abbiamo partecipato al preview di qualificazione, tenutosi a San Casciano, che abbiamo vinto, e che ci ha garantito la partecipazione all’Universal Youth Cup a Forte dei Marmi, nei giorni di Pasqua. Un onore e un piacere immenso quello di poter rappresentare la nostra società e i nostri colori ad una così prestigiosa manifestazione, ma soprattutto farlo con questo gruppo di bambini. Torneo bellissimo, esperienza di calcio a 9, con 64 squadre di cui ben 32 professionistiche (Juventus, Roma, Milan, Liverpool, PSG, Ajax, solo per fare alcuni nomi). E alla fine è andata anche molto bene, con quattro giorni di calcio no stop, che ci ha visto arrivare tra le prime dieci squadre dilettantistiche che hanno preso parte alla manifestazione”.

Come giudichi quanto fatto finora in base agli obiettivi che vi eravate dati?

“Senza usare mezzi termini è una stagione da incorniciare. Non nei risultati, parliamo sempre di Scuola Calcio, ma nella crescita individuale di ogni singolo bambino, che ha portato così ad una importante crescita collettiva come gruppo squadra. Ci sono bambini che giocano a calcio da molto tempo, e che stanno crescendo tanto, ma ci sono anche bambini che hanno iniziato a giocare a calcio da poco, che stanno bruciando le tappe e riescono sempre a dare il proprio contributo. Questa per noi è una grande vittoria, così come l’unione del gruppo, di un gruppo di bambini costituito da 39 anime, ognuna con la sua personalità, ma che quando entra in campo, allenamento o partita che sia, parla una lingua unica.

Un altro importante obiettivo raggiunto come gruppo è stato quello di inserire al meglio due giovani collaboratori, Edoardo e Niccolò, il primo con noi già dalla scorsa stagione. I due giovani istruttori si sono calati perfettamente nella parte, facendosi amare dai bambini e restituendo loro la passione per questo fantastico sport. Avere un team ben coeso di 4 istruttori non è semplice. Ma esserci riusciti significa aver raggiunto l’obiettivo. E vogliamo cogliere questo momento per ringraziare davvero di cuore Edoardo e Niccolò, per quanto fatto insieme e quanto trasmesso ai cuccioli”.

Com’è il rapporto con i bimbi e più in generale all’interno della Scuola Calcio?

“Il rapporto con i bambini è qualcosa di magico. Loro sono innocenti, ascoltano, chiedono, domandano, sono curiosi e sono da stimolo continuo. Inoltre sono spugne, in grado di mettere in pratica fin da subito nuovi insegnamenti. Proviamo sempre a coinvolgerli tutti, ognuno per il suo carattere e il contributo che può andare, e credetemi se diciamo che ognuno dei 39 bambini ha trovato il proprio posto nel gruppo: c’è chi raccoglie sempre il materiale, c’è chi arriva sempre in anticipo, chi in ritardo, chi conta i presenti, chi aiuta nel montare le stazioni, e così via. E questo è forse proprio quello che rende magico il rapporto che abbiamo creato.

Per quanto riguarda il rapporto invece con la Scuola Calcio e gli altri istruttori, è un rapporto bello, di condivisione e collaborazione: partendo dal responsabile, ma passando per tutti noi istruttori, i valori condivisi sono gli stessi, così come anche le metodologie di allenamento e di gestione dei gruppi squadra si avvicinano. E questo ci permette sempre di essere di aiuto e di potersi rimpiazzare senza problemi quando qualcuno di noi istruttori è assente. La crescita dei bambini e della Scuola Calcio è fortemente voluta da tutta la società, e questo lo sentiamo molto”.

Definisci il tuo gruppo con tre aggettivi… 

“Tenaci, mai domi, in nessun momento, che sia un’esercitazione di allenamento, o una partita del weekend. Riescono a superare gli ostacoli da soli, trovando soluzioni alternative.

Educati, mai un litigio, una parola fuori posto, un’offesa. Certo non sono angioletti, sono comunque bambini, e sbagliano come bambini e devono crescere da bambini. Ma l’educazione che hanno è tantissima, merito anche delle famiglie ovviamente, e questo aspetto permette ai nostri istruttori di lavorare sempre bene senza perdite di tempo.

Eccezionali, sono forti, per noi sono i più forti. Non glielo diciamo per non fare montare loro la testa, ma sono veramente bravi, dal 1° al 39° in ordine alfabetico. Sono tutti diversi, l’uno dall’altro e questa diversità porta tanta conoscenza, scambio di idee, pensieri, modi di dire e di fare. E quando c’è arricchimento, sotto ogni punto di vista, non può che esserci una grande crescita. Per questo i nostri calciatori sono eccezionali”. 

Racconta un aneddoto della stagione che ti è rimasto impresso…

“Un aneddoto bello, che andrebbe raccontato e portato come esempio sempre, in tutte le squadre e scuole calcio del paese è legato al nostro numero 1, portiere, Gabriele Borchi. Gabriele era stato convocato per partecipare attivamente all’Universal Youth Cup, ma pochi giorni prima di partire un infortunio al polso lo ha costretto al gesso e a non prendere parte attivamente al torneo. Chiunque, lecitamente, sarebbe potuto esplodere in attacchi di rabbia e sarebbe rimasto convalescente a casa. Gabriele no, Gabriele è voluto venire a tutti i costi al torneo, cambiarsi ogni singola partita con i compagni, nonostante il gesso, il dolore e le mille uggie che questo comporta. Era lì con i suoi compagni, con i suoi amici, ad incitarli, a vivere un’esperienza che forse non tornerà più. Non in campo a volare tra i pali, ma comunque lì con tutta la squadra a riempire di gioia e di emozione il suo cuore. E quando accade questo, come tutte le volte che i bambini non convocati ad una determinata partita vengono comunque al campo a vedere i compagni, significa che abbiamo svolto un bel lavoro. E questi probabilmente sono gli aneddoti più belli da raccontare. 

Cosa ti ha sorpreso del tuo gruppo e dove magari è un po’ indietro?

“Non vogliamo essere ripetitivi, ma la sorpresa più bella viene dal fatto che ci sono 39 bambini tutti coinvolti, ognuno con il suo spazio dentro al gruppo squadra. Questa è una sorpresa, non sempre con le annate che alleniamo succede questo. E il merito più grande è dei bambini, capaci di amarsi, volersi bene ma soprattutto rispettarsi gli uni con gli altri. Ancora per la categoria di Pulcini, prima che il gruppo, dobbiamo guardare gli aspetti individuali. Se dal punto di vista umano, siamo molto avanti, dal punto di vista tecnico ci sono alcuni aspetti da continuare ad allenare. Ma questo fa parte del nostro mestiere. Ed è anche normale, perché chi ha iniziato a giocare a calcio da meno tempo ha qualche tappa in più da doversi conquistare. Questo non è un problema, anzi è un grande stimolo per tutti”.