Niccolò Ulivieri: tra il gol di domenica e l’avventura in amaranto

Arrivato in estate dopo una brillante stagione al Malmantile in Prima Categoria, impiega poco più di un tempo per lasciare la sua prima firma sulla stagione amaranto: suo infatti il gol partita al 50′ della gara d’esordio a La Scala contro il San Miniato. Stiamo parlando di NICCOLÒ ULIVIERI, grande protagonista anche domenica scorsa con la rete che è valsa l’1-1 contro il Centro Storico Lebowski al “CASTELLANI”.

Così abbiamo deciso di fare quattro chiacchiere con l’esterno offensivo empolese.

Reduci da 3 sconfitte di fila e subito sotto, quello di domenica è stato un punto importante…

“Sì, è stato un punto importante ma lo è stato ancora di più il modo in cui abbiamo interpretato la gara, che a parte i primi otto minuti, è stata ben gestita da tutti con unità di intenti”.

Raccontaci un po’ il tuo gol…

“Il gol è venuto da un bello scambio tra Safina, Alioune ed El Hadji, e appena ho visto che la triangolazione tra gli ultimi stava riuscendo ho iniziato a correre verso l’area sperando di poter andare a chiudere l’azione sul secondo palo, dove poi infatti è arrivato il bel cross di El Hadji, a quel punto ho stoppato il pallone con il sinistro verso il mio piede “meno debole” e ho cercato di disegnare una traiettoria che fosse difficilmente intercettabile dal portiere e dai difensori, e per fortuna è andata bene e il pallone è entrato dopo aver colpito il palo. Una volta che ho visto la palla entrare poi non ci ho visto più e sono corso sotto la tribuna per replicare ironicamente l’esultanza iconica di Bellingham perché nello spogliatoio scherziamo sempre e per prendermi in giro mi chiamano Bellingham (sorride)”. 

Cosa vi siete detti nell’intervallo, visto che poi avete fatto una grande ripresa?

“All’intervallo ci siamo detti che la partita era difficile e l’avversario era tosto ma che a questo film che si ripeteva ormai da tre partite andava cambiata la trama e dovevamo reagire al gol preso nei primi minuti, credendo in noi stessi e nelle nostre capacità. Infatti così è stato e siamo rientrati nel secondo tempo più consapevoli e questo si è visto riflesso in campo. Poi a livello personale il mister mi ha detto di andare a chiudere più volte e con più convinzione il secondo palo, perché in un modulo che utilizza i quinti è fondamentale riempire l’area con quest’ultimi, infatti il gol nasce anche da questa sua indicazione tra primo e secondo tempo”. 

Com’è stato il tuo impatto a Montelupo e che ambiente hai trovato?

“A Montelupo ho trovato un ambiente molto positivo, sereno e allo stesso tempo serio. Una società che punta sui giovani e sul migliorarsi di anno in anno, passo per passo e con strutture ben attrezzate”.

Chi è il compagno più trascinatore? E il più pacato?

“All’interno dello spogliatoio ci sono varie figure trascinatrici sia a livello tecnico che caratteriale come Simone (Safina), Alicontri, Lensi, Anedda e il capitano Corsinovi ma a livello personale la persona che mi aiuta più di tutti all’interno dello spogliatoio e che è il mio “trascinatore personale” è Edoardo Bini, il quale nonostante l’infortunio è sempre presente agli allenamenti e alle partite e in generale nello spogliatoio ha sempre una parola positiva per tutti. Il più pacato forse è Alioune anche se a livello tecnico è tra i più forti ed è fondamentale per noi”.

Com’è il mister come allenatore?

“Il mister è un allenatore che punta tanto alla testa dei giocatori e ci tiene a farci stare sempre sul pezzo, concentrati. È disponibile al dialogo sia prima che dopo la partita per confrontarsi su errori e aspetti da migliorare e questo credo che sia molto importante”.

Hai un idolo? E la tua squadra del cuore?

“Un idolo vero e proprio non ce l’ho, ma nel mondo del calcio i giocatori di cui mi sono innamorato nel corso degli anni sono Messi, Ronaldinho e Kakà. La mia squadra del cuore invece è il Milan”.

Qual è l’obiettivo personale e di squadra di quest’anno?

“Quello di squadra adesso è quello di preparare al meglio ogni allenamento e ogni partita cercando di ricavare il massimo da ogni domenica, poi saranno il tempo e i risultati a farci capire in che direzione stiamo andando. L’obiettivo personale va di pari passo con quello di squadra quindi è quello di poter dare il più possibile una mano alla squadra”.